La storia di Armo

Leader nella movimentazione merci dal 1972

La ditta Armo nasce nel Gennaio 1972 come società per azioni, per la commercializzazione e la produzione di piattaforme di sollevamento.

Il nome Armo è stato scelto componendo le prime due lettere dei cognomi dei due soci fondatori, Gianpaolo Ardissone e Umberto Motto, proprietari al 50% delle quote societarie. Il sig. Ardissone conosceva il settore delle piattaforme di sollevamento già da tempo, avendo lavorando alla ditta Pait di Torino da inizio anni ’60, dove si commercializzavano numerosi prodotti, che venivano costruiti in Germania per tutto il mercato europeo, tra cui appunto le tavole elevatrici.

Alla fine degli anni ’60 la Pait subì una crisi di crescita: l’aumento del giro di affari fu improvviso, non programmato, e portò ad una crisi di liquidità della stessa. Per risolvere le cose la Pait cercò uno o più soci finanziatori e tra questi vi era il sig. Motto. Ma durante le trattative per far entrare nuovi azionisti accadde che la lira ebbe una svalutazione con il marco tedesco, con un tasso di cambio che passò da 150 a 300 lire per marco.

Zona collaudo tavole elevatrici

La Pait aveva sempre avuto un magazzino molto elevato, ma il cambio portò ad un raddoppio del valore da un giorno all’altro: la crisi della ditta era superata senza bisogno di rinnovi societari. Comunque, l’occasione aveva portato il sig. Motto in contatto con il sig. Ardissone e, rendendosi conto delle potenzialità del prodotto sul mercato e delle capacità di quest’ultimo, gli propose di entrare in società : la Armo era nata.

Inizialmente, l’azienda viene concepita principalmente come ditta commerciale, ma in pratica si inizia subito con una piccola produzione industriale. L’ idea è quella di produrre una parte dei prodotti commercializzati in modo tale da presentarsi come costruttori sul mercato.

La produzione iniziale si basa sulla costruzione di piattaforme (macchine per il sollevamento) di medie-grosse dimensioni, di rimorchi e carrelli per trattori. Il primo insediamento produttivo della Armo si trova a Borgaro (TO), in via Garibaldi n° 45, con una superficie di circa 1.250 mq.

Collaudo finale piattaforme

Lo sviluppo dei primi anni è repentino ed il locale si dimostra ben presto insufficiente: dopo tre anni la parte commerciale viene trasferita in un ufficio in C.so Re Umberto a Torino.
Nel ’78, visti i risultati e valutate le potenzialità del mercato, l’azienda trasferisce tutto nel nuovo stabilimento di Collegno, in Via C. Marchesi n°5. Il nuovo impianto ha una superficie di circa 3.200 mq, ma benché il cambio di dimensioni sia notevole, la capacità produttiva, più che raddoppiata, viene saturata velocemente.

Questo sviluppo comporta inoltre dei cambiamenti significativi tra cui:

  • viene abbandonata la produzione di carrelli e rimorchi
  • cambia la suddivisione delle quote societarie, entra un nuovo socio minoritario

La Armo sviluppa fin dal 1975 una propensione a lavorare dall’estero e dal 1980 in poi almeno il 25% del fatturato è ottenuto lavorando con i principali Paesi CEE e non solo. Nel 1980 viene richiesta ed ottenuta la certificazione del TUV tedesco per la piattaforma modello Armo Ax. Questo anche per avere una certificazione di qualità del prodotto.

Ardissone apre, con un amico, il sig. Bertolotti, un’azienda commerciale, la Beri s.r.l. nel 1984. La Beri commercializza prodotti complementari a quelli prodotti dalla Armo, come le piattaforme serie leggera.

La Beri ottiene ottimi guadagni, dovuti principalmente al fatto che i costi di gestione sono limitati al massimo. Inoltre, sempre con Bertolotti, e con il sig. Simonetto, Ardissone apre nel 1985 un’altra azienda, la B.S.A. s.r.l., con sede a None in via Vittime di Bologna 10, che si occupa principalmente del recupero della risulta. La risulta è lo scarto delle lamiere di cois per produrre le reggette metalliche.

Tavola elevatrice utilizzata nei primi magazzini automatizzati

Nel 1985 il mercato subisce uno scossone con il fallimento della Treppel, leader del mercato tedesco nella produzione di piattaforme. Questo porta alla Armo nuovi clienti tra i quali spiccano la Load System, società di Genova, e la M.B.W., società tedesca. Questi commercializzavano con la Treppel, oltre che le piattaforme, anche le rampe di carico, e chiedono alla Armo se era in grado di produrle. La stessa richiesta viene dal rivenditore francese Steiblè. Sicura di avere uno sbocco sul mercato, la Armo ne decide la produzione, studiando i migliori modelli prodotti in Europa e basandosi principalmente sul modello tedesco della Hafa, in quel momento quello con la qualità più elevata.

Alla fine del 1985 viene venduta la prima rampa di carico Armo. Dal 1988 la struttura metallica della carpenteria delle rampe viene costruita dalla B.S.A., che abbandona la produzione precedente e lavora esclusivamente per la Armo dove poi il prodotto viene assemblato, verniciato, collaudato e commercializzato.

Sempre nello stesso periodo Ardissone entra in una società nella Elcap di Leini’ (To), azienda di carpenteria metallica.

La Armo ha quindi un notevole potenziamento appoggiandosi a fornitori ufficialmente esterni ma considerati a tutti gli effetti come dipartimenti staccati. Sul finire del 1988, per incompatibilità di idee sul futuro societario, il sig. Motto esce dalla società.

Pantografi per mercato tedesco

Per ottimizzare l’organizzazione interna, Armo viene valutata e comprata; con validità 01/01/89 ai fini di bilancio, avviene l’ acquisto della Armo s.p.a. da parte della Beri s.r.l., che a sua volta cambia nome e diventa Armo s.r.l. Vengono riviste le piattaforme a pantografo: con questa operazione si sono poste le basi dello sviluppo dell’Armo negli anni ’90.

Con la produzione e commercializzazione delle rampe di carico ci si rende conto che il prodotto viene recepito dall’utente non come una unità a sé stante, ma come “pacchetto”, insieme ad una porta sezionale e ad un sigillante come punto di carico.

Dall’analisi del mercato si evince inoltre che il rapporto con il cliente non si deve limitare unicamente alla vendita del prodotto, ma occorre essere in grado di comprendere le sue reali necessità al fine di potergli fornire la soluzione più adeguata.

L’idea è conseguentemente quella di creare dei magazzini periferici, con gestione autonoma e proprio titolare, in grado di ridurre distanze e tempi sul territorio, garantendo in tal modo la capacità specializzata di fornire un servizio. Nascono così gli Armo Service; quelli di Verona e Piacenza per coprire i territori dell’Italia Settentrionale, e con la previsione di aprire quelli di Roma e Bari per il Centro Sud.

L’idea, comunque vincente, risulta essere ancora prematura per le caratteristiche del mercato Sud Europeo e gli Armo Service non ottengono i risultati sperati.

L’idea di creare magazzini periferici riducendo distanze e tempi di distribuzione, si dimostra un successo per ciò che concerne i mercati del Nord Europa; nel 1994, si apre la prima filiale estera dell’Azienda: la Armo Olanda.

La decisione di aprire un ufficio commerciale nei Paesi Bassi è favorita da vari motivi:

  • strategicamente, l’Olanda ha un mercato di rampe sviluppatissimo, e lì si trovano 3 dei maggiori costruttori di rampe di carico
  • è una base di partenza ottimale per tutti i mercati nordici (Belgio, Danimarca, Gran Bretagna, Svezia, Norvegia) dove la Armo aveva poca presenza commerciale
  • la svalutazione della lira, che rende molto competitive le nostre merci all’Estero
  • non ultimo l’intraprendenza e la volontà di un giovane agente commerciale di cimentarsi in questo ambito

La Armo Olanda è l’equivalente italiano di una s.r.l. ed ha 2 soci: la Armo al 60% ed il sig. Ruben Bontekoe al 40%. Fin dal primo anno di attività la società riporta utili a bilancio. Per motivi di salute del sig. Bontekoe, seppur l’azienda stesse ancora producendo utili, si decide di chiudere la filiale nel 2003.

Nel 1996 la Armo cambia ragione sociale e passa da s.r.l. all’attuale forma s.p.a. con un aumento del capitale sociale e l’ingresso di nuovi soci. Nello stesso anno è stato introdotto il primo processo di saldatura robotizzato con buoni risultati in termini di precisione dei semilavorati e di certezza nella corretta esecuzione del lavoro.

La Armo è la prima società in Europa ad applicare la saldatura robotizzata nella produzione di piattaforme di sollevamento e pedane di carico.

Dal momento che una delle caratteristiche di una piccola o media impresa deve essere giocoforza la flessibilità e la capacità di adeguarsi alle nuove situazioni di mercato, in breve tempo, nel 1997 dalle ceneri degli Armo Service nasce la ARCHI (ARmo CHIusure), specializzata nella costruzione di portoni sezionali a Verona.

Nel corso del 1999 la Archi e la Elcap vengono chiuse ed il loro ramo d’azienda venduto alla Armo, che le assorbe. Nello stesso anno si dà il via ad un nuovo progetto per innovare completamente la produzione che prevede, tra l’altro, l’istallazione di altri sei sistemi robotizzati grazie ai quali si hanno i seguenti vantaggi:

  • totale uniformità e alta qualità dei semilavorati e dei prodotti
  • deciso abbattimento dei tempi e degli scarti di lavorazione
  • aumento della produttività e taglio dei costi di produzione
  • eliminazione totale degli errori tipici derivanti dalla lavorazione manuale su una maggiore quantità di prodotti
  • standard di controllo, gestione e affidabilità più accurati rispetto alle lavorazioni tradizionali
  • qualità totale senza costi aggiuntivi

Questa ristrutturazione, conclusa ad inizi 2001 porta la Armo ad essere all’avanguardia nel settore e ricevere proposte di acquisizione da multinazionali sia Tedesche che Americane, ma la direzione decise di proseguire in maniera indipendente.

Nel 2001 la separazione esistente tra Armo e BSA risultava sfavorevole ad entrambe. Si decide quindi di procedere una fusione per incorporazione in cui la BSA risultasse l’incorporata e la Armo l’incorporante.

Da tale operazione si hanno una serie di vantaggi, ed i principali risultano essere :

  • riduzione della burocrazia interna
  • riduzione costi fissi
  • liberare risorse per destinarli ad altri utilizzi

L’azienda persegue un approccio globale alla qualità e al coinvolgimento dell’intera struttura aziendale dal vertice alla base (tutti i livelli aziendali devono essere parte attiva nel processo di raggiungimento degli obbiettivi qualitativi) e trasversalmente (tutte le funzioni aziendali sono ugualmente coinvolte in tale processo). Particolare attenzione viene posta nella formazione del personale operativo affinché la tecnica dell’autocontrollo diventi un elemento portante.

I rapporti con i clienti si basano su criteri ben precisi:

  • identificazione delle diverse tipologie di clientela
  • conoscenza e soddisfazione delle richieste e delle attese
  • capacità di garantire la conformità dei prodotti realizzati
  • adeguatezza del servizio fornito alla clientela
  • massima flessibilità

I criteri invece che regolano il rapporto tra l’azienda ed i suoi fornitori hanno come obbiettivo primario il raggiungimento di un elevato livello qualitativo nelle forniture. A tale scopo vengono utilizzate metodologie di valutazione, omologazione dei fornitori ed abilitazione alla fornitura.

Dal 2002 la sede principale viene spostata nel nuovo capannone di Via Rosa di Luxemburg nr. 1 a Collegno (TO), per supportare la continua crescita aziendale.

Per semplificare la forza produttiva Armo, possiamo suddividerla in 5 parti:

  • Magazzino di stoccaggio
    Accoglie tutti i semilavorati che verranno poi utilizzati per comporre i prodotti. I semilavorati vengono preparati in serie, con evidenti risparmi sui costi di lavorazione, stoccati e quindi prelevati all’occorrenza. Il magazzino dei semilavorati è alla base della flessibilità produttiva della Armo, in quanto garantisce la pronta disponibilità di qualsiasi particolare necessario.
  • Stabilimento produzioni speciali
    Dove vengono creati i prodotti Armo “speciali”. La capacità trentennale di costruire piattaforme su misura raggiunge la sua massima applicazione in questo stabilimento.
  • Stabilimento semilavorati e produzione di serie
    Dove si ha un’enorme capacità produttiva, con i suoi dieci robot, è in grado di assorbire una notevole mole di lavoro. Un impianto robotizzato, ripetendo ciclo dopo ciclo l’esatta sequenza delle operazioni, garantisce che tutti i manufatti abbiano le stesse caratteristiche e che tali caratteristiche vengono mantenute nel tempo. Solo attraverso l’automazione dei processi produttivi è possibile mantenere costante il livello della qualità.
  • Collaudo
    Dove vengono collaudati singolarmente e con procedure rigorose tutti i prodotti Armo. L’esito del collaudo finale, unitamente al dettagliato elenco dei componenti utilizzati, viene infine accuratamente registrato su apposite schede che, nel tempo potranno ricostruire l’esatto “identikit” di ogni macchina.
  • Magazzino deposito e spedizioni
    Si estende su una superficie di oltre 3.000 mq coperti, lo stoccaggio medio è di 500 rampe di carico e 700 piattaforme di sollevamento idrauliche. Grazie a questo magazzino la Armo è in grado di gestire senza problemi i fuori programma e gli anticipi di consegna.

Nel 2004 si ha la possibilità di aprire una nuova filiale all’estero, per la precisione in Inghilterra e si decide di sfruttare tale possibilità. Nasce quindi la Armo UK, con sede a Telford, vicino a Birmingham, copre tutto il mercato anglosassone e irlandese con un team di persone giovani e preparate, con tanti anni di esperienza nel settore della logistica.

Nonostante la crisi economica degli ultimi anni, la società si è sempre si è sempre sviluppata puntando su qualità e servizio e nel 2016 ha raggiunto il suo record di fatturato con una buona profittabilità.

Potete visitare il sito ARMO UK cliccando qui.

cerved-logoCome precedentemente indicato, la Armo continua a crescere sia in Italia che all’estero fino al 2008, anno in cui la crisi economica mondiale inizia a farsi sentire.

Nel 2009 il fatturato cala di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. Le possibili tensioni negative sono stemperate dal fatto che l’azienda aveva in parte previsto l’arrivo della crisi, e si era deciso di tagliare alcuni clienti potenzialmente pericolosi da un punto di vista finanziario e di ridurre l’organico già da fine 2007.

Armo lavora con l’assicurazione del credito dal 2002 e con il gruppo Cerved dal 2007 per limitare al massimo i rischi finanziari. Tale politica, di riduzione di fatturato purché sia sicuro e di conseguente riduzione dei costi, viene perseguita per gli anni successivi, che, seppur difficili, lasciano alla Armo delle solide basi da cui ripartire.

La ripresa di investimenti, occupazione e risultati avviene in questi ultimi anni, dove nel 2015 l’azienda cresce del 15% e, nel 2016 dove Armo cresce del 35%.
Sempre in questi ultimi anni viene completato il passaggio generazionale: escono alcuni soci ed avviene il cambio di amministratore delegato.

Oggi Armo è un’industria con una sperimentata vocazione internazionale, leader del mercato italiano e con una vasta gamma di macchine per il sollevamento e la movimentazione di merci e di attrezzature per la logistica industriale.

La produzione Armo è dislocata in due strutture differenti, None e Collegno, entrambe in provincia di Torino, dove è possibile monitorare l’intero processo produttivo e garantire così la continuità qualitativa. Ogni singolo prodotto è progettato e realizzato per offrire prestazioni elevate affiancate ad efficaci garanzie di sicurezza.

Armo, inoltre, forte dei suoi 40 anni di esperienza nel settore della logistica industriale, dal 2012 si è inserita prepotentemente nel mercato civile con la sua nuova linea di portoni sezionali residenziali motorizzati “Armonia”, installati con formula chiavi in mano.

Armo, però, non è solo produzione: puntando ad un servizio di qualità, l’azienda non si limita a commercializzare i suoi prodotti, ma, avvalendosi della propria esperienza e conoscenza del settore, contribuisce a soddisfare le esigenze dei clienti, ed offrire un servizio di manutenzioni e riparazioni affidabile, rapido e competente.

Nonostante la sua ormai pluriennale esperienza e presenza sul mercato e benché dotata di un innovativo ufficio tecnico (la ricerca e sviluppo è una parte considerevole del nostro lavoro) la Armo non ha perso la propria capacità di imparare, che si dimostra nel seguire la politica di confrontarsi con la concorrenza, senza paura di apportare modifiche quando queste possano rendere più sicuro o più competitivo il nostro prodotto.